domenica 6 dicembre 2009

LGBT Short Film "I mobili delle foto" di Giovanni Maccelli (Video).

Il mobile delle foto è questo mastodontico e soffocante mostro, caratteristico del tipico soggiorno della casa dei nostri genitori, stracolmo di oggetti su cui non c'entra più nemmeno uno spillo. Come suggerisce il nome, di solito è pieno di cornici a loro volta piene di foto di tutte le persone, (parenti e amici) possibili e immaginabili. Beh, per quelli che non lo sanno, è un ostacolo tipico col quale prima o poi, tutti i figli gay che hanno un partner fisso si scontrano. Mai e poi mai un mobile ha fatto così tanto per perpetuare i valori eterosessisti. E superare tale ostacolo non ha fatto mai così tanto per la dignità e l'uguaglianza delle persone LGBT nel nostro ambiente domestico. Da questo punto di vista c'è da dire che regalare cornici di foto digitali può essere davvero molto utile ...

Il cortometraggio che potete trovare più giù, diretto da Giovanni Maccelli, è un brevissimo video fresco e delizioso, di quelli che lasciano un buon sapore in bocca. Ha vinto già numerosi premi, tra cui il recente premio "Siamo Uguali" del Festival del Cinema Gay della regione autonoma dell' Estremadura.


domenica 22 novembre 2009

Salviamo Nemat Safavi. Partecipa nella campagna.

Partecipa alla campagna per salvare la vita di Nemat Safavi e gli altri ragazzi iraniani: Mehdi Pouran, Hamid Taaghi, Ebrahim Hamidi, Mohammad Rezai, Loghman Hamzehpour, Hamzeh Chavi, Qasem e Moshen G. che sono stati condannati a morte da diversi tribunali dell’Iran per il solo e semplice fatto di essere omosessuali.

Nemat Safavi è un ragazzo Iraniano di 19 o 20 anni. A 16 anni, ancora minorenne, fu incarcerato per sodomia. Un tribunale di Ardebil lo ha condannato all'impiccagione. Nemat, dichiarato "colpevole" di 'lavat' (rapporto sessuale tra due uomini) non è stato ancora informato della data precisa della sua esecuzione, ma secondo Human Rights Watch e Iranian Railroad for Queer Refugees potrebbe verificarsi da un momento all’altro. Sotto la legge iraniana il lavat è "punibile con la morte se entrambi i partner sono adulti e in pieno possesso delle loro facoltà mentali" – ciò è in conflitto non solo con l'età dei ragazzi al tempo del "crimine"– (come se se si potesse definire crimine il fatto di essere omosessuale!), ma anche con tutte le leggi internazionali che impediscono, in ogni circostanza, l'esecuzione di minorenni.

Nel 2008, il Deputy Attorney General dell'Iran annunciò che le autorità Iraniane avrebbero eliminato la pena di morte per i minorenni per tutti i crimini tranne l'omicidio, se il parlamento avesse approvato e l'Iran ha addirittura firmato due trattati internazionali per la protezione dei minori (la Convenzione Internazionale sui Diritti Civili e Politici e anche la Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia). Il Parlamento Europeo, le Nazioni Unite e il vincitore iraniano del premio nobel per la pace Shirin Ebadi stanno facendo pressione sulle autorità Iraniane per fermare le esecuzioni di minorima per il momento senza alcun successo.


CHE COSA PUOI FARE?

1. GIOVEDÌ PER NEMAT SAFAVI. PARTECIPA NEL GRUPPO D’APPOGGIO A NEMAT SAFAVI SUL FACEBOOK

Ogni Giovedì mandiamo in tilt le linee telefoniche delle ambasciate e consolati d'Iran in italia: Vogliamo sapere dov'è Nemat e cosa ne è stato di lui? Vi invitiamo a partecipare all'evento che si svolge ogni giovedì simultaneamente in Spagna, Sudamerica e alcuni altri paesi anglosassoni. Dobbiamo telefonare tra 9:00 e 14.00 p.m. all'ambasciata di Iran a Roma e comunicare la nostra protesta: facciamo collassare i telefoni. Vogliamo soltanto una risposta, informazioni, far conoscere questi casi.

L'iniziativa è stata accolta con favore dal gruppo
Ripudio il fascismo, il razzismo e l'omofobia che ha pertanto deciso di promuoverla.

Questi sono i numeri delle Ambasciate d’Iran a Roma, Berna e del Consolato Generale a Milano.

AMBASCIATA D'IRAN IN ITALIA:
Tel. 06.8632.8485, 06.8621.4478, 06.3294.294, 06.3294.295, 06.3630.7255
Fax. 06.8632.8492
E-mail: info@iranembassy.it

AMBASCIATA D’IRAN IN CITTÀ DEL VATICANO:
Roma – Città del Vaticano
Tel: 06.845.0443

CONSULATO GENERALE D’IRAN A MILANO:
Tel. 02.7200.1189

AMBASCIATA D’IRAN IN SVIZZERA / SWITZERLAND:
Tel. +41 31 3510 801 e +41 31 3510 802
Fax. +41 31 3510 801 e +41 31 3510 802
Email: ambassador@iranembassy.ch e consular@iranembassy.ch


2. POTETE ANCHE INVIARE UNA (O VARIE) E-MAIL E FAX, OPPURE UNA LETTERA POSTALE:

Egregio Sig. Ambasciatore,

Nemat Safavi è in attesa che la Corte Suprema dell'Iran ratifichi la decisione del 2008 che lo condanna a morte per impiccagione, condanna emessa dal Tribunale Provinciale di Ardabil, nella provincia omonima. Nemat fu accusato da questo tribunale di praticare la sodomia quando aveva solo 16 anni e da allora (2006), è stato privato della libertà e tutt’ora rimane in prigione senza garanzie di sicurezza. Nemat adesso ha 19 o 20 anni.

Mehdi Pouran, di 17 anni, e altri 3 ragazzi giovani (Hamid Taaghi, Ebrahim Hamidi e Mohammad Rezai) furono condannati a morte dopo essere stati incriminati nel maggio 2008, teoricamente per aver avuto relazioni omosessuali (fatto da loro negato). Nonostante la mancanza di prove, il Tribunale Penale di Tabriz decise il 20 luglio del 2008 di condannarli a morte.

L'elenco continua con Loghman Hamzehpour e Hamzeh Chavi i quali furono condannati a morte per atti omosessuali nel febbraio 2008 nella città di Sardasht. Fino ad oggi, non si sa nulla di loro, e neanche di Moshen G. o Qasem di Ardebil altri ragazzi processati per “lavat-e iqabi” (sesso anale).

Tutto ciò succede nonostante il fatto che l'Iran abbia firmato due accordi internazionali con i quali si è impegnato alla salvaguardia dei minori d’età, quindi giustiziare Nemat Safavi supporrebbe da parte della Repubblica Islamica dell’Iran rompere di nuovo la Convenzione Internazionale sui Diritti Civili e Politici e anche la Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia, per i quali si è impegnata a tutelare e proteggere i minori e non condannare a morte le persone che erano minorenni al momento di commettere “il reato” in questione.

Per tutti questi motivi Le chiedo pertanto, come massimo rappresentante di questo paese nel mio, che la Repubblica Islamica dell'Iran rispetti gli accordi che ha firmato e che, allo stesso modo, siano riesaminate le sentenze di Nemat Safavi, Mehdi Pouran e gli altri minori che si trovano nelle medesime condizioni.

Inoltre, le sarei immensamente grato se mi informasse della situazione di queste persone, esseri umani innocenti, e La pregherei gentilmente inoltre di impegnarsi personalmente in questa causa, chiedendo alle autorità competenti del suo paese, l’apertura di un'indagine più approfondita e di conseguenza più giusta , per quanto riguarda questi casi che difatti non costituiscono nessun reato secondo la Dichiarazione universale dei diritti umani.

Sperando di ricevere sue notizie , La prego di accettare i miei più cordiali saluti.

Questi sono gli indirizzi delle Ambasciate d’Iran a Roma, Berna e del Consolato Generale a Milano.
AMBASCIATA D'IRAN IN ITALIA:
Via Nomentana, 363
00162 Roma

AMBASCIATA D’IRAN IN CITTÀ DEL VATICANO:
Via Bruxelles 57
00198 Rome / Città del Vaticano

CONSULATO GENERALE D’IRAN A MILANO:
Piazza Diaz, No. 6
PO Box 20123
20123 Milan

AMBASCIATA D’IRAN IN SVIZZERA / SWITZERLAND:
Thunstrasse 68
3006 Bern

É possibile spedire fax gratis da questi siti: Myfax.com o Faxalo.it



3. INVIA QUESTA LETTERA IN INGLESE ALLE AUTORITTÀ IRANIANE COMPETENTI:

Dear _ _ _ _ _ _ _ _ _:

I write to express my grave concerns for the safety of Nemat Safavi, Mehdi Pouran and Moshen G., Hamid Taaghi, Ebrahim Hamidi y Mohammad Rezai, following reports that he has been sentenced to death allegedly due to homosexual activity. According to reports and world press coverage, Nemat Safavi, was arrested when he was only 16 years of age and charged with lavat. He has since been condemned to death by a court in Ardebil, in the northwest Azerbaijan region.

Nemat Safavi and the other boys, does not appear to have committed any of the crimes for which you stated Iran delivers the death penalty. I am aware that Iran continues to charge people with lavat, rape and also that other laws are used to justify the execution of homosexuals in Iran. I have grave concerns that your government continues to persecute the Iranian gay, lesbian and bisexual community and is, in fact, still executing people due to their homosexuality.

In addition to this, Nemat was reportedly 16 years of age at the time of his arrest and as such was still a minor. As you are aware, Iran has signed on to two conventions agreeing not to execute juvenile offenders. Executing Nemat would be a flagrant violation of both Article 6(5) of the International Covenant on Civil and Political Rights and the Convention on the Rights of the Child.

I ask that Iran live up to its commitments to its children and young people and immediately cease all executions of juvenile offenders.

I ask that Iran cease and desist from persecuting the gay, lesbian and bisexual community. I ask that you ensure that gays, lesbians and bisexuals living in Iran are not executed for their sexuality, are treated fairly by the police and justice system and that you take steps to ensure justice for all your citizens.

Finally I ask for an immediate stay of execution for Nemat Safavi, Mehdi Pouran, Moshen G., Hamid Taaghi, Ebrahim Hamidi y Mohammad Rezai and call for his immediate release from gaol.

I respectfully request that you consider these issues as a matter of urgency. I am not alone in my concerns for Nemat Safavi, Mehdi Pouran and the others, and the homosexual community in Iran and I ask that you act quickly to improve this situation.

In the name of Human Rights, please stop the executions of homosexuals and child.

Yours Sincerely, (il tuo nome qui)

E-MAIL E INDIRIZZI POSTALI DELLE AUTORITTÀ IRANIANE.

É possibile spedire fax gratis da questi siti: Myfax.com o Faxalo.it

1) PRESIDENT OF ISLAMIC REPUBLIC OF IRAN
MR. MAHMOUD AHMADINEJAD
E-mail: dr-ahmadinejad@president.ir
You can use this link of the
Presidential Web
Dear Mr. President / Egregio Sig. Presidente.

2) LEADER OF THE ISLAMIC REPUBLIC OF IRAN
AYATOLLAH SAYED ‘ALI KHAMENEI
The Office of the Supreme Leader
Ayatollah Sayed ‘Ali Khamenei, The Office of the Supreme Leader
Islamic Republic Street – End of Shahid Keshvar Doust Street
Tehran (Islamic Republic of Iran)
You can use
the website (English)
Your Excellency

3) HEAD OF THE JUDICIARY AYATOLLAH SADEGH LARIJANI
AYATOLLAH SADEGH LARIJANI
Howzeh Riyasat-e Qoveh Qazaiyeh (Office of the Head of the Judiciary)
Pasteur St., Vali Asr Ave., south of Serah-e Jomhouri
Tehran 1316814737 (Islamic Republic of Iran)
Email: info@dadiran.ir
Your Excellency

4) HEAD OF TEHRAN JUDICIARY
MR. ALI REZA AVAEI
Karimkhan Zand Avenue
Sana’i Avenue, Corner of Ally 17, No 152,
Tehran (Islamic Republic of Iran)
E-mail: avaei@Dadgostary-tehran.ir
Dear Mr. Avaei / Egregio Sig. Avaei.

5) DIRECTOR, HUMAN RIGHTS HEADQUARTERS OF THE ISLAMIC REPUBLIC OF IRAN
MR. MOHAMMAD JAVAD LARIJANI
Howzeh Riassat-e Ghoveh Ghazaiyeh
Pasteur St, Vali Asr Ave., south of
Serah-e Jomhuri, Tehran 1316814737
Islamic Republic of Iran
Fax: +98 21 3390 4986
E-mail: int_aff@judiciary.ir

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Cerchiamo insieme di salvare Nemat, la sua giovinezza e il suo sogno di libertà. Vogliamo che l'Italia si impegni per salvare la vita di Nemat e degli altri ragazzi che come lui si trovano in una situazione disperata per l’unico fatto di amare un’altra persona del suo stesso sesso. Vogliamo che il nostro paese non resti inerme davanti a questa incivile efferatezza. Chi salva una vita, salva il mondo intero. Copia e passa questo messaggio e agisci.

Per altre informazione qui:
La ciudad perdida de Nivorg
Nemat Safavi

sabato 17 ottobre 2009

Campaña por los desaparecidos del Franquismo.

Apoyad la campaña de recogida de firmas para el "normal cumplimiento del Convenio Europeo de Derechos Humanos en España para el caso de los desaparecidos del Franquismo". Podéis leer más abajo el manifiesto íntegro que también podéis suscribir o postear. Asimismo, en el siguiente blog que os enlazo, podéis firmarlo vía on-line: Desaparecidosdelfranquismo; también podéis hacerlo a través de la web de Federación de Foros por la Memoria de España, o cualquiera de las restantes asociaciones firmantes del manifiesto (en total 50).



Por un normal cumplimiento del Convenio Europeo de Derechos Humanos en España para el caso de los desaparecidos del franquismo:

Nuestra ley de la “memoria histórica” es la ley de una “vergüenza histórica”. El modelo de búsqueda, localización y exhumación de los desaparecidos del franquismo vigente hoy en España es el de la Orden de Franco de Mayo de 1940 – que nuestra ley “de la memoria” copia – no el del Tribunal Europeo de Derechos Humanos ni el de Naciones Unidas.

Por ello, como si España estuviese fuera de Europa, o de las Naciones Unidas, en vez de una “investigación oficial efectiva e independiente”, sin tardanza, y por iniciativa de nuestras autoridades nacionales – no de las familias –, como exige el Tribunal Europeo, tenemos una ley que es un laberinto jurídico, que no recoge ni una sola de las obligaciones internacionales del Estado en materia de “verdad, justicia y reparación” y que no garantiza, en modo alguno, los derechos fundamentales de los familiares de los desaparecidos.

Tras treinta años de democracia y Estado de Derecho España no ha cumplido, todavía, ni una sola de sus obligaciones en la materia, a pesar de seguir siendo en la actualidad el segundo país del mundo en cifras de desaparecidos, tan sólo superadas las 150.000 víctimas de nuestras fosas clandestinas – y el indeterminado número de niños robados por la dictadura – por las cifras del régimen de Pol Pot en Camboya.

Lamentamos que en la elaboración de la ley nuestras autoridades hayan preferido seguir el sistema de garantía de derechos y libertades previsto por Franco al del Tribunal Europeo de Derechos Humanos, o al de la Corte Interamericana de Derechos Humanos, negando con ello, de forma contraria a la legalidad internacional, la normal aplicación en nuestro territorio de los artículos 2 y 13 del Convenio Europeo de Derechos Humanos a todas estas víctimas. Sentimos también que España no haya recogido las exigencias de la Declaración sobre la protección de todas las personas contra las desapariciones forzadas (Res. 47/133 de la Asamblea General, de 18 de diciembre de 1992) ni se haya hecho eco de las contundentes observaciones finales adoptadas por el Comité de Derechos Humanos del pasado 30 de octubre de 2008.

Lamentamos que, con ello mismo, nuestras autoridades democráticas – no ya la sangrienta dictadura franquista precedente – vengan haciéndose responsables de la prolongación de la incertidumbre y el sufrimiento de los familiares de los desaparecidos, lo que es constitutivo de un trato cruel e inhumano prohibido por el Convenio Europeo de Derechos Humanos (artículo 3), por el Pacto Internacional de Derechos Civiles y Políticos (artículo 7) y por la Convención contra la Tortura y Otros Tratos o Penas Crueles, Inhumanos o Degradantes (artículos 1 y 16); todo ello mientras se continúan desatendiendo obligaciones esenciales, recientemente reiteradas por el Tribunal Europeo de Derechos Humanos y el Comité de Derechos Humanos. Las necesidades específicas de colectivos de familiares de desaparecidos en grandes fosas deben ser igualmente reconocidas.

Lamentamos que nuestro Gobierno no haya emprendido, todavía, medida alguna ante el caso de los “niños perdidos” del franquismo – que la llamada ley “de la memoria” ni siquiera menciona – a pesar de tratarse de desaparecidos aún en vida, buscados por sus familias y para los que cada día que sigue pasando sin actuación de nuestras autoridades resulta, además, en una adicional privación de su “derecho a la vida familiar” conforme el Convenio Europeo de Derechos Humanos (artículo 8), y el Pacto Internacional de Derechos Civiles y Políticos (artículo 23), obstruyéndose así la reagrupación de estas familias desgarradas por la dictadura.

A la vista de todo ello, los firmantes del presente comunicado pedimos al Gobierno de España que cumpla con su obligación de dar normal aplicación en el país al Convenio Europeo de Derechos Humanos, y a todas las normas internacionales que le obligan, y atienda a su deber, moral y jurídico, de ofrecer “verdad, justicia y reparación” respecto los desaparecidos del franquismo y sus familiares, comenzando por modificar la vigente ley y articulando un sistema de búsqueda, exhumación e identificación de los casos de las fosas – y de localización de los “niños perdidos” – mediante una Comisión Nacional de Búsqueda de Desaparecidos participada por representantes de la fiscalía y la judicatura, del Gobierno de la nación, de los cuerpos policiales y las instituciones de derechos humanos así como de las asociaciones, entre otros, conforme los estándares internacionales.

Gracias a Juan Carlos y Santi por compartirlo e informame.

domenica 21 giugno 2009

La cosa Berlusconi. Il cancro d'Italia

Non vedo che altro nome gli si possa dare. Una cosa pericolosamente simile a un essere umano, una cosa che fa le feste , organizza orge e comanda e dà gli ordini in un paese chiamato Italia. Questa cosa, questa malattia, questo virus rischia di essere la causa della morte morale del paese di Verdi se un grande e profondo vomito non riesce a strapparlo dalla coscienza degli italiani, prima che il veleno finisca per corrodere loro le vene e distruggere così il cuore di una delle culture più ricche d’Europa. I valori fondamentali della convivenza umana vengono calpestati tutti i giorni dalle zampe viscide della cosa Berlusconi che, fra i suoi molteplici talenti, ha una capacità funambolesca di abusare delle parole,in modo da pervertirne l’intenzione e il senso, come nel caso de “il popolo della libertà”, così si chiama il partito con cui prese d’assalto il potere.

Ho chiamato questa cosa delinquente e non me ne pento affatto. Per ragioni di natura semantica e sociale che probabilmente altri potranno spiegare meglio di me, il termine delinquente ha in Italiano una carica negativa molto più forte che in qualsiasi altra lingua parlata in Europa.

Per tradurre in modo chiaro e convincente quello che penso della cosa Berlusconi uso il termine nell’accezione che la lingua di Dante gli dà normalmente, anche se è più che dubbio che Dante lo abbia mai usato.

Delinquenza, nel mio portoghese, significa, in concordanza con i dizionari e la pratica corrente della comunicazione, ”Commettere atto di criminalità, disobbedire leggi e modelli morali”. La definizione si accomoda sulla cosa Berlusconi perfettamente, gli calza a pennello, senza fare una piega, fino a tal punto da somigliare più a una seconda pelle che ai panni che indossa abitualmente. È da anni che la cosa Berlusconi commette delitti di variabile, anche se sempre di dimostrabile gravità. Il colmo vero e proprio non è che disubbidisca alle leggi ma, ancora peggio, le fa “fabbricare” su misura (la sua ovviamente) per la salvaguardia dei suoi propri interessi pubblici e privati, di politico, imprenditore, e accompagnatore di minorenni,e per quanto riguarda i modelli morali, non vale nemmeno la pena parlarne, non c’è nessuno in Italia e nel mondo intero che non sappia che la cosa Berlusconi è da molto tempo che è caduta nella più completa abiezione.

Questo è il primo ministro italiano, questa è quella cosa che il popolo italiano ha scelto per due volte per averlo come modello, questa è la strada della rovina,verso la quale si stanno trascinando i valori di libertà e dignità che intrisero la musica di Verdi e l’azione politica di Garibaldi, quelli che fecero dell’Italia del XIX secolo durante la lotta per l’unificazione, una guida spirituale dell’Europa e degli europei. È proprio questo che la cosa Berlusconi vuole buttare nel secchio dell’immondizia della storia. Gli italiani finiranno per permetterlo ?

Traduzione dell'articolo di José Saramago, premio Nobel di Letteratura, scritto nel País il 7 giugno 2009.

venerdì 1 maggio 2009

La fottuta borghesia, Claudio Lolli

Vi lascio quí una canzone di Claudio Lolli, ascoltatela o riascoltatela, purtroppo continua ad essere tutto vero:


Ecco le parole (lyrics): Vecchia piccola borghesia per piccina che tu sia non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia.Sei contenta se un ladro muore se si arresta una puttana se la parrocchia del Sacro Cuore acquista una nuova campana.Sei soddisfatta dei danni altrui tieni stretti i denari tuoi assillata dal gran tormento che un giorno se li riprenda il vento.E la domenica vestita a festa con i capi famiglia in testa ti raduni nelle tue Chiese in ogni città, in ogni paese. Presti ascolto all'omelia rinunciando all'osteria cosi grigia così per bene, ti porti a spasso le tue catene.Vecchia piccola borghesia per piccina che tu sia non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia.Godi quando gli anormali son trattati da criminali chiuderesti in un manicomio tutti gli zingari e intellettuali.Ami ordine e disciplina, adori la tua Polizia tranne quando deve indagare su di un bilancio fallimentare.Sai rubare con discrezione meschinità e moderazione alterando bilanci e conti fatture e bolle di commissione.Sai mentire con cortesia con cinismo e vigliaccheria hai fatto dell'ipocrisia la tua formula di poesia.Vecchia piccola borghesia per piccina che tu sia non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia. Non sopporti chi fa l'amore più di una volta alla settimana chi lo fa per più di due ore, chi lo fa in maniera strana.Di disgrazie puoi averne tante, per esempio una figlia artista oppure un figlio non commerciante, o peggio ancora uno comunista.Sempre pronta a spettegolare in nome del civile rispetto sempre lì fissa a scrutare un orizzonte che si ferma al tetto. Sempre pronta a pestar le mani a chi arranca dentro a una fossa sempre pronta a leccar le ossa al più ricco ed ai suoi cani.Vecchia piccola borghesia, vecchia gente di casa mia per piccina che tu sia il vento un giorno ti spazzerà via.

mercoledì 22 aprile 2009

Pompei, un viaggio attraverso il tempo: Un tour virtuale di Pompeii con 500 fotografie

Articolo tratto da La ciudad perdida de Nivorg

Questo post è stato pensato per presentarvi e per condividere con tutti quelli che lo desiderano, un lavoro fotografico fatto da me, che contiene 500 immagini commentate (fatte durante le nostre ultime visite a Pompei) che permettono di fare un tour virtuale relativamente completo negli scavi dell’antica Pompeii.

Se vuoi altre informazioni puoi vedere la prima parte: Pompei, un viaggio nel tempo. I Parte, la storia di Pompeii, e la seconda parte: Pompeya, un viaggio nel tempo. II Parte, l’ultimo giorno di Pompeii ed Herculaneum che per il momento sono in spagnolo, ma si possono tradurre facilmente col gadget del Google Translator sul sito.


Una visita virtuale a Pompei: 500 FOTO DI POMPEII
Questo viaggio virtuale attraverso Pompei permette di scoprire la maggior parte dei luoghi che si possono visitare nel recinto degli scavi, integrandolo anche con alcune immagini dei resti conservati nel museo Archeologico Nazionale di Napoli. L'approccio che si è seguito nella realizzazione delle fotografie, la loro selezione e disposizione, consente all'album di essere in qualche modo anche utile per lo studio di molti elementi archeologici della città antica. In questo modo il materiale può essere utilizzato come complemento per lo studio delle materie degli esami del corso laurea in Storia, come Archeologia, Arte antico o Storia Antica di Roma dell’Università Nazionale d’educazione a Distanza (UNED) di Spagna.

Inoltre, per beneficiarsi di più dell'album e trarne il massimo profitto, vi suggerisco di farvi una mappa (sarete in grado di trovarlo su Google, poiché ci sono molte opzioni), e, allo stesso modo per tutti quelli che non hanno un manuale di archeologia, sappiate che si possono trovare molte informazioni riguardanti Pompei su diversi siti Internet (è possibile esplorare i collegamenti a siti storici nello blog).

Per non perdersi il tour fotografico proposto segue una logica. Si parte della zona orientale della città, entrando dall’accesso secondario in Piazza Anfiteatro. Da qui inizia la strada percorrendo la necropoli di Porta Nocera, via Nocerina, la zona dell’anfiteatro e la Porta di Sarno (raggiungendo la Porta di Nola). Da qui prendiamo la Via dell'Abbondanza asse principale dell’antica città, per raggiungere il Foro triangolare, dove visitiamo tutto l’insieme. Uscendo dalla Via dei Teatri raggiungiamo le Terme di Stabia, dove i nostri passi gireranno in direzione nord verso la Porta del Vesuvio, passando per il lupanare, alcune case rilevanti e il Castellum Aquae, seguendo le mura si arriva alla splendida Villa dei Misteri. Da qui torneremo verso il sud lungo la grande necropoli di Porta di Ercolano. Una volta tornati nella città, visiteremo le case più famose nel quartiere Samnita, a nord del Foro, per poi terminare in quest’ultimo e percorrere i suoi principali edifici civili e religiosi. Il tour finisce a Porta Marina (ingresso principale) situato ad ovest della città dove si trovano anche le terme extraurbane.

Vedi l’album fotografico e comincia la tua visita virtuale a Pompeii... Cliccando su ↙


Paseo virtual por Pompeya - Sitios arqueológicos de Campania (I)

sabato 28 marzo 2009

Coppie veneziane, articolo d’Arturo Perez Reverte di 1997

Articolo tartto da "la Ciudad perdida de Nivorg": originale a nivorg.blogspot.com

Pochi giorni fa ho riletto quest' articolo che da più di dieci anni era rimasto lì, in qualche angolo della mia mente. Si tratta di un articolo di Pérez Reverte sul tema dell’omosessualità, ispirato in una coppia di due uomini che lo scrittore incontrò per caso a Venezia. Con grande sorpresa mi sono reso conto che, purtroppo, l’articolo è ancora oggi molto attuale.


COPPIE VENEZIANE, 1997, Arturo Pérez Reverte:

Non mi ero mai accorto prima, della quantità di coppie omosessuali che passeggiano per le strade di Venezia. Le incontri dappertutto, lungo i ponti, sulle sponde dei canali, cenando in piccoli ristoranti della città vecchia. Di solito Non si tratta di coppie spettacolari, ma io direi proprio tutto il contrario e cioè persone discrete, silenziose, spesso con aspetto formale, civile. Osservando gli altri impari moltissime cose, e nel caso di queste coppie mi piace proprio tanto sorprendere i loro gesti moderati di affetto e fiducia, la condivisione dei ruoli convenzionali che di solito si verifica tra l’uno e l'altro, la tenerezza contenuta che spesso senti galleggiare fra di loro, nella loro immobilità, il loro silenzio. Pensavo a tutto ciò l'altro giorno a bordo di un vaporetto che va da San Marco al Lido. Sulla laguna soffiava un vento gelido, i passeggeri eravamo raccolti, presi dal freddo, e in un lato del traghetto c’era una coppia, due uomini, sulla quarantina, sereni. Erano seduti molto vicini, uno di loro era appoggiato sulla spalla del compagno nel tentativo di prendere calore. Erano tranquilli e silenziosi,intenti a guardare l’acqua grigio verde e il cielo di color grigio cenere. E in un momento in cui il traghetto fece un piccolo movimento,la luce,o meglio, il grigio del paesaggio cambió all’improvviso in una straordinaria bellezza, li vidi scambiarsi un sorriso rapido e fugace come una carezza o un bacio.

Sembravano felici. Due ragazzi fortunati, mi dissi, per quanto sia possibile, perché guardando loro, lí, in quella sera glaciale a bordo del vaporetto che li portava attraverso la città lagunare, cosmopolita, tollerante e saggia, pensai quante ore amare erano state vendicate in quel momento per quel sorriso. Lunghe adolescenze girando nei parchi o nei cinema per scoprire il sesso, mentre altri giovani si innamoravano, scrivevano poesie o ballavano abbracciati nelle feste della scuola. Notti in strada sognando un Principe Azzurro della stessa età per poi tornare all'alba fatti una merda, pieni di tristezza e di solitudine. L'incapacità di dire ad un uomo che ha gli occhi belli, o una bella voce, perché, invece di ringraziarti o sorriderti, è molto probabile che ti spacchi la faccia. E quando si ha voglia di uscire, conoscere, parlare, innamorarsi o qualsiasi altra cosa, invece di andare in un caffè o un bar, essere condannato a vita a frequentare locali “gay”, e ritrovarsi all’alba tra questi corpi artificialmente muscolosi, impastticcati, “regine” scandalose, e drag queens “pseudo-sofisticate”. Tranne che alcuni o direi molti si auto emarginino (non avendo ancora accettato del tutto la loro condizione), in squallide alternative come quella della sauna ,il cinema x ,una rivista di contatto oppure nella sordidezza del pubblico orinatoio.

A volte penso a come fortunato, solido e intero deve essere un omosessuale che riesce ad arrivare ai cinquant'anni senza odiare smisuratamente questa società ipocrita,che è solo presa dall’ossessione di scoprire, sapere, provare con chi va o non va a letto per poi condannarlo . Invidio l'equanimità, il sangue freddo di quelli che possono essere sereni, continuare a vivere così la propria vita, senza rancore, al loro modo, come se niente fosse , anziché scendere in strada e prendere a calci in faccia a quelli che in modo attivo o passivo, hanno distrutto la loro vita e continuano a distruggere quella di ragazzi di quattordici o quindici anni che ogni giorno, tutt’oggi, vivono le stesse cose:la stessa angoscia, gli stessi scherzi sui “froci” in TV, attorno a loro lo stesso disprezzo, la stessa solitudine e amarezza. Invidio la chiarezza e la calma di chi, nonostante tutto, resta fedele a se stessi senza stridore, ma anche senza complessi, esseri umani sopra ogni altra cosa. Persone che in tempi come questi, quando tutti quanti, i partiti, le comunità,i gruppi sociali, rivendicano i loro rispettivi debiti storici, potrebbero discutere forse con più diritto rispetto a molti altri, il mancato rimborso di molti anni di adolescenza persi, tanti colpi e molestie subiti, senza aver mai commesso alcun crimine, tanta burla e tanti affronti grossolani,rozzi, scortesi inflitti da canaglie che, non solo nell’ aspetto intellettuale, ma anche in quello puramente umano si trovano ad un livello basso, ben al di sotto di loro. Riflettevo su tutto questo mentre la barca stava attraversando la laguna e la coppia era rimasta immobile, fianco a fianco, spalla a spalla. Comunque prima di ritornare alle mie cose e poi dimenticarlo, fatemi dire quante infelici anime erranti non avrebbero dato qualsiasi cosa, forse la stessa vita, per essere al posto loro; essere lì, a Venezia, dandosi calore in quella fredda sera delle loro vite.

giovedì 19 marzo 2009

Italiani, i loro clichés e il tamarrismo

Articolo tradotto da "la Ciudad perdida de Nivorg": originale a http://nivorg.blogspot.com

Vi lascio questo link che vi porta ad un vivace sito web, creato da un certo Bruno Bozzetto, in cui si confrontano alcuni atteggiamenti europei ed italiani:


È divertente anche se pieno zeppo di clichés e luoghi comuni e per di più alcuni falsi (come quello che fa riferimento al fumo del tabacco oppure quello dei mezzi pubblici di trasporto). In ogni modo prima che vediate la web voglio sottolineare tre cose: in primo luogo, se invece della bandiera italiana ci fosse quella spagnola non mi sorprenderei affatto poichè molte cose che critica il video le vivo anch’io qui a Barcellona, e ogni giorno ...il fatto è che a volte certi stereotipi negativi tendono a convergere, e non capiscono la differenza tra le varie nazionalità. Tutto ció mi porta alla seconda cosa che voglio puntualizzare ,vale a dire questa somiglianza tra alcuni clichés negativi che io credo si debba al fatto che esiste una nazionalità globale presente in tutti i paesi,e che tende a standardizzare alcuni comportamenti, problemi o elementi negativi (chiamiamoli cosí), fino al punto che non si sa se si parla della Spagna, dell’Argentina o dell’Italia. Mi riferisco a questa “nazione tamarra”, a cui appartiene una gran massa di persone che si comportano esattamente allo stesso modo (tamarro) sia qui sia in Cina.

Per finire, vorrei spezzare una lancia a favore dell’Italia e degli italiani; Sappiamo l’attuale situazione di questo paese e tutto ciò che politicamente stanno subendo, ma bisogna anche dire che molti di loro fanno tutto ciò che possono per cambiare e ne hanno fin sopra i capelli di tante e tante cose, come il Vaticano, Berlusconi o la Mafia, inoltre sono anche stufi del fatto che si generalizzi e quindi essere poi tutti giudicati a causa di certi clichés che sono sempre appartenuti unicamente (e a volte anche ingiustamente) a determinate regioni o città, come per esempio la Sicilia o Napoli, infatti sarebbe come dire che ai catalani ci appassiona la “corrida” dei tori, il canto flamenco oppure il cappello messicano cosí tanto venduto nei negozi di souvenirs di Barcellona come "typical catalan". Il fatto è che ci sono molte italie, cosí come vi sono molte Spagne, e pretendere di ridurre paesi cosí ricchi e complessi ad una singola cultura omogenea è una cosa che dimostra l'ignoranza, la mancanza di obiettivi e quindi di nuovo viene fuori il “tamarrismo”. Comunque a parte tutto ciò, io mi sono divertito un sacco con questa web e mi auguro che anche voi facciate lo stesso.
















Turista a Barcellona con il suo cappello messicano... Così felice